La Mindfulness è più di una semplice tecnica di meditazione derivata dalle meditazioni della tradizione buddista. La Mindfulness è un processo mentale vero e proprio e ci aiuta a essere più consapevoli di noi stessi, di ciò che facciamo e di come lo facciamo nel momento che stiamo vivendo.
L’unico tempo certo di cui disponiamo pienamente è il presente. Ed è in questo tempo che siamo chiamati ad agire con consapevolezza. Ecco allora che la Mindfulness è una filosofia di vita volta a catturare ogni istante del presente per viverlo a pieno, fino in fondo.
Perché non è possibile insegnare Mindfulness senza praticarla?
Non sarebbe credibile e verrebbe meno il principio dell’incarnazione (embodiment). Per insegnare siamo chiamati a “creare dentro di noi le condizioni che ci permettano di abitare naturalmente questo modo di essere. Lo facciamo coltivando la capacità di stare dentro la nostra pratica di consapevolezza, in modo che diventi il nostro stato naturale predefinito e che sia quindi tangibile nel modo in cui stiamo nel mondo” (Crane).
Ciò non implica che l’insegnante sia perfetto e che incarni un ideale (questo sarebbe fuorviante), ma che sia consapevole del proprio modo di essere e delle proprie possibilità.
Il facilitatore di Mindfulness incarna la consapevolezza tramite la propria persona, i propri atteggiamenti e il metodo di insegnamento, e trasmette l’insegnamento attraverso il proprio modo di essere naturale.
L’insegnante non deve ricoprire un “ruolo”, bensì incarnare i principi della Mindfulness con spontaneità, mentre abita la propria persona, attraverso la propria personalità e il proprio stile unico, personalizzando le meditazioni e partendo da sé per motivare e coinvolgere gli altri.
Il primo punto di partenza
Il primo punto di partenza per noi insegnanti è avere chiaro chi siamo e dedicare ogni giorno del tempo alla meditazione per rinnovare le nostre motivazioni e avere piena consapevolezza del proprio essere. Se non lo facessimo ci allontaneremmo dagli effetti del metodo e rischieremmo di essere dei teorici didascalici e asettici.
Per tutti questi motivi non è possibile trasmettere la Mindfulness senza praticarla, senza cercare di applicarne i suoi sette principi nella quotidianità, anche se non sempre è facile: non giudizio, pazienza, accettazione, fiducia, mente del principiante, non sforzo e lasciare andare.
“L’embodiment non riguarda la perfezione, bensì l’imperfezione. Ciò che determina il grado di embodiment degli insegnanti non è la loro perfezione, ma come gestiscono le loro imperfezioni”. (Brandsma)
Essere spontanei e praticare la Mindfulness con costanza è il miglior modo per trasmettere il metodo con naturalezza. Il resto verrà da sé.